lunedì 16 novembre 2015

Social-ogia

Sì, credo che prima o poi qualcuno dovrà creare una branca della psicologia del comportamento umano che vada ad investigare i comportamenti degli uomini all'interno dei Social Network.
Io per primo vorrei approfondire la questione, ma, dato che nella vita studio tutt'altro, posso limitarmi a fare qualche osservazione, usando un eufemismo, superficiale.

I Social Network sono più di una realtà virtuale, sono qualcosa che oramai trascende l'Internet cui eravamo abituati e si fa tutt'uno con la persona. Più che un profilo, un insieme di foto e frasi rubate a personaggi più o meno credibili, è una proiezione di noi stessi nel Cyber-Spazio. E su ciò, poco ci possiamo fare.

Una cosa interessante è la modalità con cui condividiamo i nostri pensieri e le nostre opinioni, ovvero quella del linguaggio scritto, che, di per sé, è già una trasposizione di ciò che ci frulla in testa. Ahimé, a non tutti è stata data la facoltà di compiere questa azione in maniera valida, pulita e comprensibile. Non mi riferisco, ovviamente, alla grammatica, [siamo (siete – ndr) tutti schiavi del correttore automatico, difficile pure sbagliare un accento su una e aperta o chiusa] ma al modo con cui ci si relaziona agli avvenimenti “clue”, quelli che più toccano quella parte di popolo molto emozionale e poco razionale.

Un esempio valido è dato dagli avvenimenti di Venerdì scorso dopo gli attentati terroristici a Parigi. Una considerazione interessante fa fatta per la questione SOLIDARIETA', o presunta tale.
Poiché mi piace più analizzare le frasi abbinate alle persone che le scrivono, rispetto alle idee espresse nei vari post su Facebook (*), una cosa che mi ha fatto riflettere molto, è la velocità con cui moltissimi dei miei contatti su Facebook abbiano appiccicato la bandiera della Francia nell'immagine del profilo. Senza che uno abbia letto trattati di psicologia e/o psicoanalisi, è facile giungere alla conclusione che queste persone:

- a) Ci tengano veramente alla Francia, all'idea di Europa e Occidente, poiché mossi da ideali Cristiani/Anti-Islam. (imho, cosa opinabile, ma non è intenzione del post esprimere la mia idea su questa o quell'altra faccenda politica)
- b) Ci tengano veramente a far vedere che ci tengono alla Francia.

Ovviamente sappiamo che la stragrande maggioranza fa parte dell'insieme b), come del resto ci saranno anche sincerissime a). Quello che più conta è ciò che è stato espresso inserendo questo emblema: la fedeltà alla patria, alla Nazione, ad un EMBLEMA.

Altra cosa interessante che ho notato, è la spassionata condivisione, successivamente, di video e frasi (belle e che condivido) riguardo la pace, la solidarietà e via diascorrendo. La più quotata, ovviamente, è la splendida “Imagine” di John Lennon. Vi è però, un incongruenza di fondo: perché condividere una canzone il cui testo dice esplicitamente di volere un mondo senza Religioni, né Stati, nel momento stesso in cui la proiezione nel Cyber-Spazio della stessa persona appare con una bandiera rappresentante una sovranità nazionale ben precisa che cerca, quantomeno pensieristicamente, di difendere da ciò che gli è successo?

Vi è un'incongruenza di fondo, insomma. Ho tralasciato volutamente, inoltre, tutta la faccenda legata alla condivisione delle notizie bufala relative a presunte pressioni di Putin e bombe atomiche (e Cthulhu che finalmente arriva e ci mangia tutti), condivise, ovviamente, dalle stesse persone che prima si son fatte belle condividendo Imagine con la loro faccia tinta di rosso, blue e bianco.

Ora, dove voglio arrivare? Questo è uno dei tanti e spaventosamente simili casi di un'isteria di solidarietà forzata di massa. Dai media? Non lo so sinceramente, anche perché la Tv non la accendo da qualche anno. Da cosa allora?

Internet ha un paradosso di fondo: possiede, immutabile, tutta la conoscenza del genere umano ed è utilizzato dal genere umano stesso, la cui conoscenza è sì mutabile, ma soprattutto cancellabile, sovrascrivibile.

Le masse paiono, scandalo dopo scandalo, attentato dopo attentato, sempre più sotto l'effetto di Tetra-Hydro-Cannabinolo (canne, spinelli, zarbaggi – ndr), con una memoria a breve termine da far invidia al più assueFatto degli sballati, poiché basta un avvenimento che dia un ingresso un poco più impulsivo rispetto ad un altro, per cancellare dalla RAM del cervello umano quello che aveva scritto pochi giorni prima, per sempre, fino a perdersi in chissà quale angolo remoto della corteccia cerebrale. Io credo davvero che ci sia bisogno di qualcuno che studi questi fenomeni: sono parte integrante del comportamento umano attuale e futuro, fanno ormai parte delle nostre vite, e non riesco minimamente ad immaginare un mondo senza Social Network in futuro. Bisogna lavorarci. Magari scriverò il saggio più importante sulla Social-ogia, chi lo sa.

(*) Ognuno muore con le sue stupide idee.

domenica 11 ottobre 2015

Internet è un posto bellissimo.

Internet è un posto davvero bellissimo. Bellissimo per la varietà di cose che si possono fare, per i pensieri che vi si possono trovare, per il concetto stesso per cui è nata. “Un libero scambio di idee, al servizio di tutti.” Vuoi sapere quale è la capitale del Malawi? Ti basta digitarlo su Google, o un qualsiasi altro motore di ricerca, e lo saprai. Vuoi conoscere il funzionamento della respirazione cellulare? Wikipedia docet.

Vuoi sapere qual è la situazione relativa alla crisi dei migranti per l’Europa? Ti basta digitarlo. Però, aspettate, qui si esce dal campo scientifico e si entra in quello del giornalismo, o, meglio del “Giornalettismo”. Abbiamo a disposizione una quantità così gargantuesca di informazioni che, spesso e (mal)volentieri ci facciamo trascinare e convincere dal primo link utile che ci appare su Google. Ci sono caduto anche io, più e più volte, ma ho avuto la decenza intellettuale di approfondire la questione e di fare una cernita di ciò che vale la pena seguire (a titolo puramente informativo) e ciò che invece vale la pena di schernire. Sì, schernire, poiché chi racconta menzogne per farsi quel centinaio di euro mensili (e forse più) deve essere trattato con non troppo riguardo. Fare soldi con siti internet, se ci si sa fare, non è del tutto impossibile: ci riuscii io a farmi qualche centinaio di euro, ed avevo 14 anni e nessuna base informatica praticamente. Ora i tempi sono mutati e chiunque e, ripeto, CHIUNQUE può crearsi il proprio sito gratuitamente, in dieci minuti, e scriverci qualunque cosa gli appaia ragionevole. E questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore, il limite di Internet, o, per meglio dire, il limite degli Internauti.

Internet, fino a pochi anni fa, era la prerogativa solo dei “giovani”, quelli che oggi hanno la mia età o, al massimo, un decennio in più nel migliore dei casi. Noi, per nostra fortuna, abbiamo vissuto tutta l’evoluzione dell’Internet che oggi vediamo, del Web 2.0, fatto di commenti, mi piace, views et similia. Abbiamo quindi una conoscenza più approfondita di come si può prendere un maledetto virus se si clicca su date pubblicità, su come si scarica un programma e, soprattutto, su come diavolo si legge una notizia! Sappiamo che Lercio è un sito falso (e fa morire dalle risate), sappiamo pure che i siti che finiscono in .ALTERVISTA.ORG sono quelli GRATUITI di cui parlavo poche righe fa, quelli che chiunque può aprire e su cui può scrivere qualunque cosa, senza moderazione esterna.

E qui arrivo al noccio della questione: gli adulti, coloro i quali non hanno vissuto l’Internet come l’ho vissuto io ed i ragazzi della mia generazione. Non è una loro colpa essere gli adulti del momento, ovviamente, ma la loro colpa è rapportarsi ad un mezzo degli anni 2000 con la mentalità degli anni ’70, se tutto va bene. Ovviamente ciò si ripercuote su quanto detto prima, sui siti .altervista.org, i quali, in mano a gente con ideali retrogradi e modalità altrettanto feudali, non possono che far degenerare la situazione “intellettuale”.

Esempi lampanti sono siti come CATENA UMANA, TZETZE (usa Internet con diligenza: cerca CLICK BAITING, e guarda cosa vuol dire), INFORMARE X RESISTERE (qui una bella lista completa ed aggiornata http://www.butac.it/the-black-list/ ) o quelli relativi ai metodi alternativi per cure, mangiare e salute in generale, che sono gli stessi che hanno promulgato quell’abominevole infondatezza sull’inutilità dei vaccini, tanto per dirne una.
Questi siti mettono in giro voci, articoli, idee ed ideali che partono dal Pinco Pallino di turno che ha come obiettivo aumentare il proprio assegno mensile di Google Adsense, non certo per informare la gente. Io stesso sono contrario alla strumentalizzazione dei media, ma la strumentalizzazione di Internet no, quella non la voglio. Numero uno per via del concetto stesso di Internet, che mi sta a cuore. Numero due, perché Internet è una Bomba al Cobalto a disposizione di tutti, dove è molto facile fare colpo sulle menti più labili con titoloni diffamatori di situazioni inventate, e quelle menti labili siete proprio voi, ultra quarantenni, che poi, riflettete tutto quell’incitamento all’odio e alla violenza nella vita reale, destabilizzando un po’ tutto.
Anche me.

Anche voi.

venerdì 2 ottobre 2015

Fidarsi è bene, non fidarsi è...?

Che senso ha fidarsi delle persone? Non è che una lotta per la sopravvivenza la nostra, una “evoluzione dell'evoluzione”, dove la seconda è quella Darwiniana.
Partendo dall'infinitesimale e arrivando ad organismi più o meno senzienti, la legge universale impone che l'istinto di sopravvivenza del singolo sia il cardine che tiene e fa ruotare la porta della vita. Ognuno pensa a se', in parole povere. Una pianta all'interno di una foresta può essere il convogliare i raggi solari, essa cerca di innalzarsi al di sopra delle altre, fregandosene del fatto che altre piante moriranno per la poca luce.
Un lupo capobranco, mangia per primo, finanche ci sia un solo pezzettino di carne; se ne fotte altamente che gli altri membri del branco muoiono di fame, l'importante è mangi lui.
E, man mano che le strutture gerarchiche e sociali divengono più complesse, proporzionalmente, almeno di solito, all'intelligenza della specie in questione, diventano più complessi anche le modalità di autoconservazione. Arrivati, nella nostra scalata, all'Uomo, ci si rende conto che egli possiede una particolare caratteristica, un meccanismo subdolo in egual misura alla sua complessità: la bugia.
Tramite la bugia, egli può fare ciò che vuole, manipolare altri uomini e aggirare le avversità. (si intendano, ovviamente, avversità verso il singolo) Ovvero un mezzo per raggiungere il fine ultimo: la sopravvivenza.
Essendo questo un meccanismo molto difficile da utilizzare e da comprendere (anche scientificamente!), però, molti non riescono a dosarlo come si dovrebbe, e finiscono per superare il limite massimo di sopportazione interno: mentono a se' stessi, alterando la realtà circostante propria ed altrui, e questo va contro l'evoluzione Darwiniana poiché è un carattere svantaggioso. Eppure persiste, contro ogni logica.
Abbiamo davvero sconfitto l'evoluzione?

giovedì 24 settembre 2015

Bufale Un Tanto All'Apocalisse

Erano passati ormai molti anni dal Grande Buio, una incredibile serie di attacchi nucleari tra le Nazioni di tutto il mondo. Inutile dirlo, un disastro: pochi milioni di superstiti. L'educazione e la scienza erano un qualcosa che ormai nessuno praticava o ricercava più. E lo credo bene, si cercava di sopravvivere, di recuperare qualcosa per tirare un altro giorno. Prevedendo un evento di tale portata, quei geni di Google fecero in tempo a trasferire in appositi bunker i propri Server. Quello era l'ultimo barlume di conoscenza rimasta. Qualche computer, infatti, si era salvato insieme a quei pochi milioni di esseri umani, tartassati da piaghe che neanche nell'Egitto lasciato da Mosè durante la fuga verso la terra promessa.
Un piccolo nucleo di uomini, infatti, pensò bene di sfruttare quegli ormai "antichi" congegni che davano accesso al tutto. Avevano rinvenuto un esiguo manuale cartaceo, sopravvissuto insieme a loro, in cui vi erano delle istruzioni per il funzionamento del "Computer". Era magia, misticismo, pensavano! Come poteva una piccola scatola contenere una così grande mole di funzioni e di informazioni?! Magia, pura magia. Dopo vari tentativi, messaggi di errore e imprecazioni, riuscirono finalmente ad accendere l'aggeggio ed incominciarono a cercare risposte agli interrogativi che tanto li attanagliavano ed a cui, senza uno straccio di modus operandi, non sarebbero mai potuti arrivare. La primissima ricerca che inserirono in quella magica barra fu "Segni bianchi nel cielo". In cima ai risultati scoprirono che quei segni erano "Scie Chimiche": c'erano degli aerei (oggetti che volavano, con gente dentro!) che lasciavano dietro di loro una scia di materiale sotto forma di vapore acqueo, nocivo per la salute. Inoltre la ricerca confermava, con tono solenne, che quei materiali venivano utilizzati dai potenti per controllare mentalmente gli esseri umani.
Tutti rimasero allibiti di fronte a ciò. Ma non si fermarono. Questa volta, al grande computer, chiesero: "Curare il tumore". E sì, i nomi dei mali, scienza e conoscenza o meno, non venivano mai dimenticati. I risultati confermavano che era possibile, e c'erano tantissimi metodi per farlo. Da alcuni tipi di piante, fino alla preghiera verso le più svariate divinità, anche più d'una per volta.
Gli uomini erano entusiasti. Potevano finalmente trovare un rimedio al male, e, magari, ricominciare a prosperare, come prima del Grande Buio... il computer stava per scaricarsi, così lo spensero, poiché ritennero di saperne abbastanza; così si misero all'opera, alla ricerca dei rimedi appena scoperti. Ovviamente stando attenti alle Scie Chimiche, portatrici di malanni ancor peggiori!
Erano passati dei mesi ormai, le avevano provate tutte, ma nulla funzionò e tutti stavano morendo. Ne rimasero due, alla fine, di quel gruppo, uno in fin di vita, l'altro con un tumore in stadio avanzato per via delle radiazioni.
Prima di esalare l'ultimo respiro, il primo sussurrò all'altro:
- "Promettimi che ci riuscirai! Promettimi che la troverai la cura, almeno per salvare te!"
- "TE LO PROMETTO, SIA ANCHE L'ULTIMA COSA CHE FA' UN ESSERE UMANO SU QUESTO PIANETA!"
Ma, nel mentre egli pronunciava questo grido disperato, non c'era già più nulla da fare: se ne andò.
Passarono altri mesi, e nulla sembrava poter curare nulla. Provava a mangiare Aloe, provava a pregare Allah, Vishnu e Shiva, ma nulla, proprio nulla.
Allo stremo delle forze, accese il computer, e re-inserì nuovamente nella casella di ricerca di Google "Curare il tumore". Questa volta si mise a scorrere più e più pagine. Anche lui allo stremo, cliccò su un ultimo link: "Curare il Tumore: perché la Scienza dice no alle cure alternative – Ministero Della Salute", il quale era stato scritto da un fantomatico, quanto improbabile autore (e lo dimostrava la dicitura "Dott." posta davanti al suo stesso nome) che spiegava con parole davvero semplicissime, anche per un post-apocalittico come lui, le motivazioni della non validità di tali metodi.
- "Se solo avessi approfondito un po' di più!" disse l'uomo. E morì.

sabato 2 maggio 2015

Creare Fazioni.

Questo è un "breve" riassunto su come sia facile per i potenti creare delle fazioni opposte, in modo tale da riuscire a sviare tutti (o quasi) dal fulcro del discorso.

Conviene, infatti, a Loro, che la gente non si scanni per un obiettivo comune, magari a suon di idee più o meno corrette e tramite il confronto, ma gli conviene che la gente si scanni a mazzate. Ovviamente questo è un riferimento a quanto accaduto all'Expo di Milano il 1 Maggio.

Che la gente sia di destra, di sinistra, di centro, di Nord-Ovest o di Cerere, credo, da ingenuo quale sono, che l'obiettivo comune della maggioranza sia quello di provare a vivere in una società equa, priva di favoritismi, ladri e mafiosi. Bene, cosa è davvero Expo 2015 se non un'accozzaglia di mafia, appalti truccati, favoritismi e ladri? Niente di più uguale, dove gli sponsor dettano legge e il signorotto di turno si prende la tangente (e questo è appurato!), dove si parla di "Nutrire la Terra" ed uno dei principali finanziatori è McDonald's.

Queste cose, inutile girarci attorno, si sanno, sono note a chiunque guardi quella scatola del Demonio di nome Tv. Eppure, come giusto che sia (?), c'è chi prende le fette di prosciutto e se le inietta direttamente negli occhi e per lui non è successo niente, o, peggio, è una naturale conseguenza della configurazione economica mondiale.

Appurato ciò, c'è chi è contro, e chi pro Expo. Bene, benissimo. Il problema è che la maggiorparte dei contrari, lo è per "ideologia" (così come viceversa), ed è affascinato dal combattere il nemico a sprangate sulle vetrine. Dell'Expo? Ovviamente no! Sarebbe troppo facile (che poi che devi rompere se non è nemmeno completo?!).

Ciò che lorsignori non sanno è che quell'odio malato che nutrono, non gli è stato implementato nient'altro che dalle stesse persone che gli hanno propinato tutte quelle notizie di scandali, appalti e quant'altro. I media hanno già vinto. E sapete perchè? Perchè hanno creato una foltissima schiera di persone che adesso, essendo fortemente contro a quelle violenze, diventeranno TUTT'UNO CON L'EXPO, difendendolo a spada tratta, a discapito dell'idea di base giusta dei No-Expo.

E lo difenderanno indirettamente, poichè troppo impegnati a prendersela con i No-Expo. E gli appalti e i latrucini? Vi ricordate Tangentopoli? Eh, appunto, nessuno se la ricorda.

Media 1, Stronzi 0.





sabato 28 marzo 2015

The Down Of Man

Avete presente una delle scene più famose di "2001: Odissea nello spazio?". Le scimmie toccano il Monolito e capiscono che possono fare di più: inizia l'Alba dell'uomo. (The Dawn of Man)

Ecco, io, specularmente vedo tanti esseri umani accalcati di fronte ad un monolitico Iphone che, diciamocela tutta, per dimensioni non ha nulla da invidiare a quel Monolito. Si può parlare di "Alba dell'Uomo"? No, io direi più, traslitterando il titolo originale del capitolo del film, che si può parlare di "The Down of Man".

Una folla di scimmie urlanti in coda per un fantomatico smartphone, da usare come arma per ammazzare moralmente chi preferisce l'utilità al design, che per aver disegnato dietro una mela mezza morsa costa tanti soldini in più.






"Le cose che possiedi alla fine ti possiedono"
Stay hungry, stay...?

giovedì 26 marzo 2015

Everybody to the disco!

Una delle idee più belle, in principio, che si sia avuta nel XX secolo. Un luogo dove, al ritmo della musica che più ci piace, si salta, si balla: ci si sfoga.

Appunto, un attimo... la musica che più ci piace. O la scopata facile? Dai, ammettiamolo pure, il 99% dei maschi che vanno in discoteca non ci va per la musica (di dubbia qualità), per ballare o per chissà quale altra motivazione poco plausibile mi si venga sempre a dire, ma per la figa. Inutile girarci attorno.
E, specularmente, il 99% delle ragazze ci va per lo stesso motivo, ma con la sottile differenza che, essendo donne, quindi indecifrabili, riescono a lamentarsi quando qualcuno (aggiungerei a sto punto: giustamente!) gli si avvicina, tacciando il tal dei tali come pervertito.
Eppure l'obiettivo era lo stesso, no?

Ma viaggiamo un po' nell'assurda, almeno a mio parere, serata discotecara settimanale che contraddistingue la quasi totalità del divertimento giovanile (altrui).

Prima cosa: l'afflusso di gente.
Naturale. Uno dei teoremi principali di Gauss asserisce che "Il coefficiente di divertimento di un'uscita tra amici è direttamente proporzionale all'affluenza di gente che frequenterà lo stesso luogo dove tu hai intenzione di andare".
Come dire che una partita a FIFA tra due amici è divertente solo se ci sono davvero gli 80000 spettatori di San Siro nella stanza con te a tifare.

Il vestito è importante, d'altronde si sa, come dice un vecchio proverbio "l'abito FA il monaco". Guai a te se provi a divertirti in t-shirt, jeans e scarpe da ginnastica. Non è cosa, non puoi entrarci nel tempio del divertimento.

La foto all'entrata. Il segno inequivocabile che tu c'eri! C'eri in quella memorabile serata! Non importa se sei un poveraccio, se in realtà non hai fatto nulla in particolare (no davvero, nulla!): hai lasciato un segno indelebile su una matrice rettangolare di pixels colorati salvati sui bit di un server di Facebook. E ne sei stra-felice: sei quasi un V.I.P.

E poi... il tavolo! Per essere un V.I.P. (very important Pingone), ne hai bisogno. Magari con lo Champagne (o il Prosecco ignorante, visto che ti sei finito un patrimonio per pagare il tavolo) e, ovviamente, l'attrazione che tutto ciò suscita nei confronti delle giovani e pregne di QI avvenenti fanciulle presenti in sala. Che ti apprezzeranno sicuramente per il tuo di QI.

Una volta "fuori" dal tavolo ci sono due alternative:
1. Buttarsi nella mischia sudicia di sudore della pista da ballo, improvvisando movimenti simili a quelli di un Bonobo in calore che tu, e anche molti degli altri, chiamerai Ballare. Nel mentre, strusciarsi su qualche fanciulla facendo finta di "bonoballare";

N.B. la fanciulla, che spesso e volentieri non ci sta all'apparenza, in realtà gode nel farti capire che non sei desiderato sulla pista di atterraggio, giusto per il gusto di farlo. Ergo, continua a bonoballarle intorno: al massimo ci prendi uno schiaffo. O una denuncia per stalking. O per molestie.

2. Andare al bar: qui si raggiunge l'apice del divertimento, tentando di far creare al barista cocktail ibridi irripetibili altrove, senza capire che, nella confusione, ciò che il barista ti ha versato è 30% Cocacola, 40% ghiaccio ed il resto alcohol dell'Eurospin travasato in bottiglie di marca dalla dubbia provenienza.
Ovviamente il tutto sarà spacciato come supersupersuper alcolico il giorno dopo (ma anche la sera stessa), senza sapere che vi siete spaccati ammerda di succo al tamarindo.

Ah, quasi dimenticavo: i servizi essenziali quali IL BAGNO! Di solito è sinonimo di EBOLA.
Anche se tu, caro il mio discotecaro, non ci vedi quella pozza di piscio delle dimensioni del Lago d'Aral; tu ci vedi il tempio dell'amore. Il luogo dove, sin da piccolo, hai sempre sognato di portare la donna della tua vita conosciuta appena 15 secondi prima.
Troppo mainstream il letto, veh!

Dopo alcune iterazioni di questo ciclo, la discoteca, avendo raccolto bei soldoni, chiuderà. Ti ritroverai ubriaco, senza ricordi di ciò che (non) hai fatto, presumibilmente senza soldi ed avrai come unica preoccupazione che la foto fatta ad inizio serata sia uscita bene. Ah, e  avrai uno scroto simile a quello del Tanuki.



Mi si dice spesso che sbaglio a vederla così.
"Il mondo è bello perchè è vario" lo completerei con un "se davvero lo fosse".

Io, dal mio canto, preferirò sempre le serate attorno ad un tavolo, magari appartato nel peggiore dei bar del circondario, con i miei amici, la mia bionda Peroni, a discutere, a parlare e crescere mentalmente insieme.

Citando una canzone di cui quasi nessuno ha capito mai il significato:
"Gli incontri, gli scontri, lo scambio di opinioni: persone che son fatte di nomi e cognomi.
Venghino signori, che qui c'è il vino buono. Le pagine del libro e le melodie del suono!
Si vive di ricordi, signori, e di giuochi. Di abbracci sinceri, di baci e di fuochi. Di tutti i momenti, tristi e divertenti, e non di momenti tristemente divertenti!"